Sbilanciamento e difficoltà
Che cos’è lo scompenso psicologico e come affrontarlo senza perdere il senno
Nella vita, tutti noi affrontiamo momenti difficili che possono mettere alla prova il nostro equilibrio mentale. Quando queste sfide diventano particolarmente intense, potremmo sperimentare un fenomeno noto come “scompenso psicologico”. Ma che cos’è esattamente lo scompenso? Come si manifesta? E, soprattutto, come possiamo affrontarlo senza finire a parlare con il nostro tostapane?
Che cos’è lo scompenso psicologico?
Immaginate di camminare su una passerella sospesa sopra una pozza d’acqua. Durante il percorso, venite colpiti da sacchi di varie dimensioni. A volte riuscite a mantenere l’equilibrio, altre volte barcollate, ma riuscite a rimettervi in piedi. Tuttavia, se siete già stanchi o indeboliti, anche un colpo leggero può farvi cadere in acqua. Questo è lo scompenso: il momento in cui la nostra capacità di gestire lo stress viene superata e ci troviamo in una crisi.
Lo scompenso psicologico è il processo attraverso il quale una persona passa da uno stato di equilibrio a uno stato di crisi a causa di una percezione di minaccia ai propri obiettivi di vita. Non si tratta necessariamente di eventi catastrofici, ma della valutazione soggettiva che la persona fa di tali eventi. Il problema non è l’evento in sé, ma come lo interpretiamo.
Come si manifesta lo scompenso?
Lo scompenso non sempre coincide con l’inizio di sintomi evidenti. Piuttosto, rappresenta il passaggio da uno stato di equilibrio a uno stato di crisi. Nei periodi che precedono lo scompenso, la persona tende a iperinvestire nella realizzazione o nella difesa dei propri obiettivi, utilizzando soluzioni rigide e spesso disfunzionali. Quando le condizioni cambiano, queste soluzioni non bastano più e la persona entra in crisi.
Ad esempio, prendiamo il caso di Giacomo, un trentenne che ha sempre lavorato duramente senza chiedere aiuto. Quando il carico di lavoro aumenta sensibilmente, Giacomo continua a spingere se stesso, fino a che, esausto, ha un attacco d’ansia e deve chiedere aiuto. La credenza rigida di Giacomo – “Chi si ferma è perduto” – lo porta allo scompenso. Questo esempio illustra come l’aumento del carico di lavoro sia stato percepito come una minaccia alla sua autonomia, portandolo a una crisi.
Quali sono i fattori scatenanti dello scompenso?
Gli eventi che possono portare a uno scompenso sono molteplici e non sempre negativi. Possono essere lutti, separazioni, perdita del lavoro, ma anche eventi positivi come matrimoni, nascite o promozioni. Tutti questi eventi hanno in comune la capacità di richiedere un cambiamento nelle strategie di coping della persona.
Ad esempio, Francesco, un uomo di 34 anni, decide di comprare e ristrutturare un appartamento per convivere con la sua compagna. Dopo aver scoperto i ripetuti tradimenti della ragazza, la lascia e, due anni dopo, chiede aiuto per intensi stati d’ansia. La minaccia percepita di non riuscire a realizzare il suo progetto di vita – avere una famiglia – lo porta allo scompenso. La sua credenza rigida – “Se non hai una famiglia sei un fallito” – contribuisce a far precipitare la situazione.
Come affrontare lo scompenso?
Affrontare lo scompenso richiede una revisione delle nostre credenze e delle strategie che utilizziamo per gestire la vita. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Riconoscere il problema: Il primo passo è ammettere che stiamo attraversando una fase difficile. Non c’è nulla di male nel riconoscere che le nostre soluzioni abituali non funzionano più.
- Chiedere aiuto: Non siamo supereroi. Chiedere aiuto a familiari, amici o professionisti della salute mentale può fare una grande differenza. A volte, un punto di vista esterno può aiutare a vedere le cose in modo diverso.
- Essere flessibili: Dobbiamo essere disposti a cambiare le nostre strategie e ad adattarci alle nuove circostanze. Questo può significare accettare che alcune delle nostre credenze più rigide potrebbero non essere più utili.
- Prendersi cura di sé: Attività come l’esercizio fisico, la meditazione e il mantenimento di una buona routine del sonno possono aiutare a gestire lo stress e a migliorare il nostro stato d’animo.
Il ruolo delle credenze rigide
Le credenze rigide sono spesso alla base dello scompenso. Queste credenze, acquisite nel corso della vita e radicate in esperienze passate, influenzano il modo in cui percepiamo e reagiamo agli eventi. Per esempio, Giacomo crede che chiedere aiuto sia un segno di debolezza, e questa credenza lo porta a sovraccaricarsi di lavoro fino al punto di rottura.
Queste credenze rigide impediscono alle persone di adottare soluzioni più flessibili e adattive. Insistendo su strategie disfunzionali, il paziente finisce per aggravare il proprio stato di sofferenza. L’unico modo per evitare lo scompenso è accettare che le nostre vecchie soluzioni potrebbero non funzionare più e che è necessario adottare nuove strategie.
Il tempo di latenza tra scompenso ed esordio
Esiste un tempo di latenza tra l’inizio dello scompenso e l’esordio dei sintomi. Analogamente a quanto registrato negli studi sugli effetti degli eventi di vita negativi, lo scompenso può avere un effetto ritardato.
Nel caso di Giacomo, l’investimento sul lavoro, fatto di giornate intere trascorse in azienda e rinunciando a godere del calore familiare o del piacere di trascorrere una serata in compagnia di amici, è un esempio di come le soluzioni adottate nelle fasi di equilibrio premorboso possano fallire in caso di cambiamenti significativi nelle condizioni di vita.
Conclusione
Lo scompenso psicologico è una fase di crisi che può colpire chiunque, ma con le giuste strategie e supporto, è possibile superarlo. Riconoscere i segnali di scompenso e cercare aiuto sono passi fondamentali per ritrovare il proprio equilibrio e tornare a vivere serenamente.
Se stai attraversando un periodo difficile, ricorda che non sei solo e che chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza. In fondo, anche i supereroi ogni tanto hanno bisogno di una mano – e tu non fai eccezione. Così come non sei il solo a camminare sulla passerella della vita, è anche vero che ogni tanto tutti possiamo perdere l’equilibrio, ma possiamo sempre rialzarci, magari con un po’ di aiuto e tanto coraggio.
Concludendo, lo scompenso psicologico ci ricorda che la vita non è sempre prevedibile e che, a volte, è necessario essere flessibili e pronti a cambiare rotta. Anche se non possiamo sempre controllare gli eventi che ci accadono, possiamo sempre lavorare sul nostro modo di affrontarli. E, se ti capita di cadere nella pozza d’acqua, ricorda: c’è sempre un modo per risalire sulla passerella!